Il SISM e l’Università Vanvitelli insieme per la 55esima edizione del Congresso Nazionale
Interessante convegno quello tenutosi al Vesuvian Inn di Castellammare di Stabia lo scorso 7 novembre.
Ad organizzarlo il SISM, Segretariato Italiano Studenti in Medicina, con la cooperazione dell’ Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli con sede legale a Caserta.
Varie sono state le tematiche affrontate nella conferenza d’apertura, dall’analisi batteriologica al monitoraggio dei relativi dati in Campania, in Italia e nel mondo.
Il SISM, in quanto associazione no-profit creata da e per gli studenti di medicina, organizza ogni anno il Congresso nazionale in oggetto il cui fulcro verte su nuove scoperte e riflessioni esposte con cura da esperti del settore.
Più di 250 persone, tra studenti e operatori, hanno preso parte alla 55esima edizione dell’evento al Vesuvian Inn di Castellammare di Stabia che è stato scelto quale sede per lo svolgimento del programma previsto dal 7 al 10 novembre 2019.
Plenarie, training session e social program si sono alternati coinvolgendo studenti di tutta Italia. Il SISM, infatti, coinvolge ben 39 facoltà di Medicina presenti nel Belpaese ed è parte dell’ IFMSA, International Federation of Medical Students’ Associations, forum mondiale di studenti riconosciuto come Associazione Non Governativa presso le Nazioni Unite.
In particolare, nella conferenza d’apertura del 7 novembre si è discusso della formazione dell’operatore sanitario e delle infezioni ospedaliere contratte fuori e dentro i presidi.
In tal senso è fondamentale la prevenzione, come chiaramente esposto dal Prof. Italo Francesco Angelillo, Professore Ordinario di Igiene e Direttore del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli nonchè Vice- Presidente della SItl, Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica e Presidente designato per il biennio 2018- 2020.
Il Professore sottolinea, infatti, come la gestione del rischio risulti necessaria per le criticità, le morbosità e la mortalità derivante. L’antibiotico- resistenza è un elemento chiave che è profondamente legato al consumo degli stessi farmaci. Gli obiettivi in tale ambito, a partire dal 2014, mettono al centro il monitoraggio degli antibiotici utilizzati senza prescrizione medica o comunque a largo spettro.
Dopo l’intervento del Prof. Italo Angelillo, prende la parola la Prof.ssa Maria Gabriella Matera, Docente di Farmacologia presso la SUN- Dipartimento di Medicina Sperimentale, nonchè seconda esperta al mondo sui broncodilatatori. La Professoressa illustra gli aspetti più significativi della mancata compliance del paziente nonché degli effetti degli allevamenti intensivi e dell’inquinamento in generale. L’insorgenza di riacutizzazione delle vie aeree è pertanto profondamente connessa ai batteri che utilizzano i medesimi criteri di resistenza.
A seguire, il Prof. Nicola Coppola, Docente afferente al Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli – Scuola di Medicina e Chirurgia.
E’ lui che prosegue nelle delucidazioni sulle malattie infettive, ponendo l’attenzione su un uso consapevole dell’antibiotico con tanto di rapporti in Campania e nel mondo.
Anche se molti non ne sono a conoscenza, infatti, molte malattie non vanno trattate con antibiotico e questo modus agendi errato va a ripercuotersi non solo sul paziente ma sull’intero ecosistema composto da esseri umani, animali e piante.
La diagnosi eziologica diviene il punto di interesse principale per contenere episodi di batteriemia grazie alla messa in opera dell’antimicrobial stewardship.
Dopo l’interessante conferenza ha luogo il dibattito con il question time ad opera degli studenti cui gli esperti rispondono in modo a dir poco esaustivo.
Una conferenza, dunque, quella dello scorso 7 novembre, cui tutti noi dovremmo presenziare per conoscere di più noi stessi e il mondo che ci circonda. Un’iniziativa che merita il plauso dei partecipanti e per le interessanti esposizioni degli esperti e per le brillanti intuizioni degli studenti e degli operatori.
Francesca Martire
Sabato 30 giugno 2018, lo splendido scenario del Vesuvian Inn ha fatto da cornice al Festival “Stabia tra Arti, Saperi e Sapori”, tappa italiana del progetto internazionale S-Fest, già svolto in Brasile, Grecia e Capo Verde, organizzata dalla Fondazione RAS di Castellammare di Stabia e dell’Università Telematica Pegaso.
Un mix di culture e tanto divertimento hanno accompagnato una giornata ricca di emozioni, iniziata con i workshop di street art (Con la realizzazione del murales in copertina, prodotto da writer professionisti), scavo simulato e turismo alternativo. Nel pomeriggio, continuano i workshop con lezioni di restauro, monologo teatrale e pasticceria. Spazio poi ai tanti espositori, artigiani e artisti che di sera hanno allietato gli ospiti del Vesuvian Inn, coinvolgendo il pubblico con musica internazionale e popolare.
L’evento, alla sua prima edizione italiana, ha riscontrato un grande successo in termini di presenze e consensi. Appuntamento dunque al 2019 con la seconda edizione italiana dell’S-Fest!
Il carciofo di Castellammare è un sottotipo della varietà Romanesco, da cui si differenzia per l’epoca di produzione anticipata e il colore delle bratte, verdi con sfumature viola. La precocità è data dalla particolare mitezza del clima e dall’abitudine di rigenerare le piante ogni anno. All’epoca della ripresa vegetativa vengono scelti i migliori carducci, i germogli erbacei laterali che spuntano tutt’intorno alle piante madri, prelevati insieme a piccole porzioni di rizoma e trapiantati a dimora.
La sua origine affonda le radici nell’epoca romana: una frazione di Castellammare di Stabia, Schito, era considerata al tempo particolarmente vocata all’orticoltura. Prova ne è che la zona, non lontana da Pompei, era identificata con il toponimo “orti di Schito”.
Un’altra particolarità è data dall’antica tecnica colturale, tradizionalmente associata a tale varietà. Era uso, infatti, coprire la prima infiorescenza apicale (mamma o mammolella) con coppette di terracotta (pignatte o pignattelle) realizzate a mano da artigiani locali. La protezione dai raggi del sole, assicurata dalla pignatta nella fase di accrescimento del carciofo, lo rende particolarmente tenero e chiaro.
Il carciofo è un ingrediente dalla grande versatilità, impiegato in diverse preparazioni, dall’antipasto al secondo. Ha un legame forte con la tradizione della Pasqua, che normalmente coincide con il periodo centrale della produzione. In particolare, il carciofo arrostito nella brace è il piatto simbolo del lunedì di Pasquetta. Si usa il carciofo intero, posto direttamente nella brace di un barbecue. Quando è cotto (dopo circa mezz’ora) viene ripulito delle foglie bruciacchiate, condito con sale, pepe, prezzemolo, aglietto fresco e un filo di olio e consumato in abbinamento agli insaccati della tradizione contadina (in particolare dei Monti Lattari): salame e soppressata.
[fonte: Fondazione Slow Food]